5 luoghi misteriosi di Roma

5 luoghi misteriosi di Roma

Scritto da Martina

Pubblicato il 2 Settembre 2020

Approfittiamo della fine dell’estate per godere delle bellezze della nostra città.

Oggi vi parliamo di una Roma insolita, misteriosa e un po’ inquietante… Ecco 5 luoghi misteriosi di Roma!

La Sedia del Diavolo

Tra i tanti ruderi romani che caratterizzano le vie della Capitale ne esiste uno più misterioso degli altri, la cosiddetta “Sedia del Diavolo. Se nella realtà si tratta di quanto resta della tomba di Elio Callistio, liberto dell’imperatore Adriano, nel corso dei secoli molte leggende sono state create intorno alla sua forma inconsueta, acquisita a causa dell’usura del tempo, che ricorda una grande sedia con braccioli. 

Pare infatti che chi si avvicinava alla “sedia” acquistasse il dono della profezia e la capacità di curare le malattie. Fu così che nell’Ottocento un pastore di nome Giovanni, raggiunto per caso il monumento in cerca di una pecora smarrita, acquisì virtù guaritici grazie alle quali curò una ragazza dalla dissenteria (all’epoca mortale), somministrandole una medicina composta dalla polvere raschiata dal rudere. Questo fu al contempo il motivo per cui, sia Giovanni che la giovane donna, furono accusati di stregoneria e fuggirono da Roma nascondendosi per sempre.

Ultimo ma non da ultimo, la “sedia” dà le spalle alla basilica di San Pietro, simbolo della cristianità a Romase non è demoniaco questo!

Dove: Piazza Elio Callistio, Quartiere Africano.

Sedia_del_Diavolo

La Porta Magica

Non era solo Voldemort a bramare la Pietra Filosofale… anche gli alchimisti della Roma del Seicento si avventurarono alla sua ricerca.  Uno in particolare ne bramava i segreti praticando la famosa Ars Regia: il Marchese Savelli PalombaraProprio all’interno della sua villa residenziale si trova il portale magico più famoso del mondo: la porta ermetica di piazza Vittorio! La conoscete?

La Porta Ermetica (o magica, come la chiamano i romani) è l’unica eccezionale testimonianza di architettura alchemico-magica del mondo occidentale. Si tratta di uno dei cinque portali d’ingresso di Villa Palombara, fastosa residenza privata che il marchese Massimiliano Savelli Palombara aveva costruito sull’Esquilino intorno alla metà del Seicento.  Massimiliano era assiduo frequentatore di studiosi, scienziati, astronomi e intellettuali interessati alle pratiche esoteriche e occulte

La porta magica si apriva in un vero e proprio laboratorio alchemico, luogo dove il Marchese amava cimentarsi nella trasmutazione dei metalli in oro. A tal proposito, si racconta la leggenda di un misterioso pellegrino che ivi riuscì nell’impresa di materializzare l’oro. Egli, prima di svanire nel nulla, lasciò ai posteri un manoscritto pieno di complicate formule magiche, simboli e frasi ermetiche per ottenere la pietra filosofale, simbolo della scienza alchemica. Il marchese Palombara decise quindi di incidere queste formule magiche sulla cornice della porta, lasciandole come dono e sfida ai posteri: chi fosse riuscito ad interpretare i versi enigmatici avrebbe svelato il mistero della pietra filosofale!

Resta ancora oggi l’enigma inciso su questo affascinante monumento. Siete pronti a svelarlo?

DovePiazza Vittorio Emanuele II, quartiere Esquilino.

LA porta magica di Piazza Vittorio Roma

Il Museo delle Anime del Purgatorio

Molti di voi, percorrendo il Lungotevere, avranno notato un’insolita chiesa neogotica. Oltre ad essere la sola a Roma in questo stile, la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio è anche sede di una collezione unica al mondo: quella delle testimonianze tangibili dell’Aldilà

Tutto nacque quando alla fine dell’Ottocento, fra l’attuale chiesa e la canonica, esisteva una piccola cappella che prese misteriosamente fuoco il 15 settembre 1897. Una volta spento l’incendio, ci si accorse che era rimasta impressa la testa di uomo sopra uno dei pilastri dell’altare. Il sacerdote francese Victor Jouet interpretò questa sconcertante immagine come il segno della presenza di un’anima del Purgatorio e per meglio comprendere l’affascinante fenomeno viaggiò alla ricerca di testimonianze simili in tutto il mondo. Ciò che raccolse diede vita al Museo “delle Anime del Purgatorio”, dove è possibile ammirare indumenti, libri e altri oggetti su cui i defunti che si sono affacciati dall’Aldilà per comunicare con il nostro mondo, hanno lasciato impronte di mani o di dita

Tutto quello che è esposto ha una storia strabiliante da raccontare. Una su tutte? L’impronta delle cinque dita della mano destra che il 21 dicembre 1838 il defunto Giuseppe Schitz lasciò sul libro di suo fratello Giorgio a Stralbe (Lorena), per chiedergli preghiere di suffragio per riparare alla sua scarsa pietà in vita.

Crederci o no dipende da voi: visitate il Museo e diteci la vostra!

Dove: Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, Lungotevere Prati n. 12.

Ingresso gratuito

Museo anime del purgatorio

La Confraternita dell’Orazione e della Morte

Hodie mihi, cras tibi“, cioè “Oggi a me, domani a te”. Con questo ironico (ma macabro!) ammonimento, ci accoglie la targa sulla facciata della Chiesa di Santa Maria dell’Orazione e della Morte

La storia di questo edificio di culto risale alla seconda metà del Cinquecento, quando l’omonima Compagnia dell’Orazione e della Morte – divenuta poi Confraternita – ne ordinò la costruzione sulle rive del Tevere. In questa chiesa si raccoglievano i corpi dei morti ignoti, non “reclamati”, annegati nel Tevere o trovati in campagna. La Confraternita provvedeva a dare loro degna sepoltura nell’annesso cimitero, in parte demolito alla fine dell’Ottocento quando furono costruiti i muraglioni che servono tutt’oggi ad arginare il fiume. Entrando in chiesa, si scende nella cripta dove è possibile visitare quanto resta dell’antico cimitero, le cui decorazioni sono realizzate con ossa e scheletri. Alcuni teschi conservati hanno persino inciso sulla zona frontale il nome del morto, la data, il motivo del decesso ed il luogo del ritrovamento. 

Consigliamo ai più coraggiosi una visitina ad Halloween!

Dove: Chiesa di Santa Maria dell’Orazione e della Morte, Via Giulia, 262, rione Regola.

Confraternita Orazione Morte

La Cripta dei Cappuccini

Difficilmente troverete a Roma un luogo più lugubre di questo! Nei sotterranei della Chiesa di Santa Maria della Concezione si trova la Cripta dei Cappuccini, famosa per avere le pareti decorate dalle ossa appartenute a quasi 4000 frati. I resti furono raccolti tra i 1528 ed il 1870 dal vecchio cimitero dell’Ordine, che si trovava nei pressi del Quirinale. 

Al suo interno, la cripta è composta da 5 piccole cappelle, ognuna delle quali è distinta dall’uso di un osso specifico: la Cappella delle Tibie, quella dei Bacini, quella dei Teschi, quella detta dei Tre Scheletri e quella della Resurrezione. Le ossa sono assemblate in modo da comporre simboli legati allo scorrere del tempo (come clessidre, orologi e farfalle) oppure lampadari di falangi e coccigi. 

Contrariamente a quanto si possa credere, però, la cripta rappresenta un modo di esorcizzare la morte e di considerare il corpo esclusivamente come un contenitore per l’anima; per tale ragione, una volta che essa lo avrà abbandonato, ciò che ne rimarrà potrà essere riutilizzato in altro modo. Non a caso sull’ingresso compare una frase inequivocabile: “Quello che voi siete noi eravamo, quello che noi siamo voi sarete”.

Dove: Chiesa di Santa Maria della Concezione, Via Vittorio Veneto, 27 

Ingresso a pagamento

 

Cripta dei Cappuccini

– Chiara Maria Marchetti, archeologa e guida abilitata

– Martina Paliani, storica dell’arte

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