Villa Medici, Viale Trinità dei Monti 1 07 ottobre 2014 – 18 gennaio 2015
L’Accademia di Francia, nelle sale delle Grandes Galeries di Villa Medici, ospita, dal 7 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015 una mostra dedicata ai bassifondi del Barocco: la Roma del vizio e della miseria. Troviamo in esposizione più di cinquanta opere provenienti da diverse Gallerie e Musei di Roma, d’Italia e d’Europa, che ci mostrano una realtà diversa da quella comunemente nota. Nel Seicento Roma era diventata un importante centro culturale, grazie alle numerose iniziative promosse dai Pontefici e alla presenza di numerosi artisti del calibro di Caravaggio o Annibale Carracci o dei fiamminghi, o di scultori quali Bernini, Borromini, Algardi, ed altri. Si può dire che in questo secolo Roma subisce una totale trasformazione che la porta a diventare una vera e propria città, nella quale cominciano a svettare le cupole e dove piazze e fontane la fanno da padrone; nascono le Accademie d’arte e artisti, scrittori e musicisti si incontrano nei circoli culturali promossi da importanti personaggi del rango di Cristina di Svezia o da membri appartenenti alla corte papale come il Cardinal del Monte o Scipione Borghese. Ma accanto a questa Roma monumentale, affascinante, piena di cultura, si sviluppa anche quella popolare, quella dei bassifondi, delle prostitute, dei vicoli pericolosi nei quali la luce delle cosiddette “Madonnelle” era l’unico appiglio di salvezza. Questa Roma è quella che ha ispirato numerosi artisti i quali non si sono limitati solo a ritrarre scene di vita quotidiana, ma hanno preso letteralmente i modelli dalla strada e li hanno resi protagonisti di famose ed importanti opere d’arte.
Questa mostra intende proprio farci vedere quest’altro volto della città, quello della gente di strada: zingare, risse, rapimenti, giocatori d’azzardo, attraverso gli occhi degli artisti cosiddetti “Caravaggeschi” del calibro di Bartolomeo Manfredi, del quale possiamo ammirare il “Bacco e un bevitore” o il più noto “la Riunione dei Bevitori”, o ancora Valentin de Boulogne o Simon Vouet, la cui celebre “Buona Ventura” riprende il tema già affrontato da Caravaggio (opera esposta in Pinacoteca Capitolina) aggiungendo la vecchia che, mentre ruba il portafogli all’ignaro passante, si lascia andare in un celebre gesto volgare di scherno. Troviamo poi le opere caratterizzate dagli splendidi paesaggi degli artisti fiamminghi, come Jan Miel e quelle dei cosiddetti “Bamboccianti” tra i quali è da annoverare Pieter Van Laer.
Non ci sono in esposizione opere particolarmente celebri, e nemmeno questo era sicuramente l’intento dei curatori della mostra. I pannelli esposti sono forse poco visibili e si poteva sicuramente entrare un po’ più nel dettaglio nelle spiegazioni, ma la mostra può certamente essere apprezzata da chi ha voglia di tuffarsi in una realtà poco nota e assolutamente affascinante, che ci fa uscire per una volta dal lusso e dall’irrealtà del mondo delle corti e ci fa vivere la povertà e la concretezza della vita comune, dei rischi del quotidiano, ma anche dei divertimenti.
Autore:
Simona Candia
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