Forse non tutti sanno che…
Il 23 Novembre di quest’anno si è celebrato a Castel Gandolfo (RM) il 200esimo anniversario della prima cassetta postale al mondo.
Scopriamo insieme la storia di questo curioso evento
All’avvio del XIX secolo, quando i Castelli Romani erano una realtà ancora prettamente rurale e mancavano strade asfaltate, la consegna della corrispondenza nel comune di Castel Gandolfo doveva far fronte a non poche difficoltà. Una carrozza trasportava la posta lungo la Via Appia fino ad Albano Laziale (comune sito 3 km a sud di Castel Gandolfo), dove questa rimaneva in attesa di essere smistata ai comuni vicini. Un incaricato, pagato ½ baiocco a lettera, ritirava la posta destinata ai Castellani e la consegnava ai diretti interessati. O per lo meno ci provava…
Tale responsabile, infatti, era spesso analfabeta e, non riuscendo ad identificare correttamente nomi e indirizzi dei destinatari, capitava sovente che la posta venisse consegnata alle persone sbagliate, o che addirittura finisse perduta per l’impossibilità di rintracciare gli abitanti sparsi tra i campi, alle prese con l’attività agricola.
L’istituzone della “buca delle corrispondenze”
Per ovviare a questo disagio, il consigliere comunale castellano Angelo Antonio Iacorossi propose l’istituzione di una “buca delle corrispondenze” che raccogliesse tutta la posta destinata al comune di Castel Gandolfo e la mantenesse sotto chiave in attesa dello smistamento. Il 23 Novembre 1820, con 11 voti favorevoli e 3 contrari, la delibera venne approvata e si procedette alla realizzazione della prima cassetta postale al mondo, tutt’oggi pienamente in funzione, collocata sul lato della piazza che affaccia sul lago, tra l’attuale Ufficio Postale e il Comune.
Questo curioso primato della cittadina laziale è testimoniato dalla stessa delibera comunale, il cui originale è ancora oggi custodito a Roma all’interno del Museo delle Comunicazioni.
A eterno ricordo della realizzazione della prima cassetta postale al mondo, negli anni sono stati installati una targa bronzea al di sopra della buca e un cippo commemorativo alla sua base.
– Ludovico Gavini, Archeologo
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