In questo Natale un po’ particolare Associazione Ambrosia ha pensato di farvi compagnia con diversi approfondimenti. In attesa di tornare con il nuovo calendario di attività e incontri, scopriamo insieme l’origine medievale di alcune tradizioni natalizie!
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Il presepe – Qualche giorno fa abbiamo parlato della tradizione del presepe a Roma: è tuttavia proprio nel medioevo che la Natività trova la sua rappresentazione con l’allestimento del primo presepe: un elemento che non lascerà più la tradizione del Natale cristiano. Proprio nel 1223 San Francesco allestisce a Greccio, in provincia di Rieti, il primo presepe vivente della storia. Ma quali sono le fonti del presepe, come siamo arrivati ad avere così tanti personaggi? Molti elementi in effetti compaiono citati solo nei Vangeli Apocrifi: parliamo della stella cometa, del bue, dell’asinello e anche della stessa grotta in cui nacque Gesù. Anche il numero dei re Magi non fu subito quello di tre: solamente grazie a Papa Leone Magno (390-461 d.C.) si stabilì che i Magi fossero tre, donatori di oro, incenso e mirra.
Tuttavia, bisogna dirlo: la prima raffigurazione della Natività compare nel sott’arco di un arcosolio della Catacomba di Priscilla a Roma datato al II secolo d.C..
L’albero – Sembra che anche l’introduzione dell’albero di Natale appartenga al tardo medioevo. Attestato a Tallin, in Estonia, per la prima volta nel 1441, sarà ripreso e ufficializzato solo in Germania nel XVI secolo. Una cronaca di Brema del 1570 racconta che si cominciò a decorarlo con mele, noci, datteri e fiori di carta. La città di Riga, in Lettonia, si proclama tra le sedi del primo albero così decorato della storia come testimonia la targa, in otto lingue, secondo cui il primo albero fu allestito qui nel 1510. L’albero è inoltre un simbolo fortemente evocativo nella religione cristiana ma per molto tempo la tradizione rimase tipica delle regioni a nord delle Alpi e solo nel Novecento si diffuse anche da noi.
Gli addobbi – direttamente dalla Londra del XII secolo è giunta sino a noi la testimonianza di William FitzStephen, uomo di fede e scrittore della Descriptio Nobilissimi Civitatis Londoniae (Descrizione della nobilissima città di Londra). Raccontando la città, la vita quotidiana, le strade e i mestieri, l’autore ci dona un’istantanea interessante di ciò che preparavano i residenti quando arrivava l’inverno:
“Every man’s house, as also their parish churches, was decked with holly, ivy, bay and whatsoever the season of the year afforded to be green”
Vischio, edera e alloro: tutto veniva decorato con ciò che restava sempreverde, in modo benaugurante.
Il banchetto – ebbene sì! Sembra proprio che anche le grandi abbuffate tipiche dei giorni di Natale abbiano una comune origine medievale. Basti pensare che il Natale era immediatamente successivo alla fine dei raccolti per l’inverno e il cibo di certo non mancava! Cinghiale farcito, pavone e dolci realizzati con nocciole e miele, simili al nostro torrone, vini speziati caratterizzavano i banchetti. Non è difficile, infatti, trovare molte antiche ricette tradizionali che affondano le loro radici nel medioevo, spesso a base di frutta secca e spezie.
– Noemi Giovino, archeologa medievista.
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