“La prima parola di questo romanzo l’ho buttata giù quando mio nonno è venuto a mancare. Come capita a molti, il momento di dolore dovuto alla perdita di una persona cara porta al desiderio di mettere nero su bianco le proprie emozioni. E proprio da tutto ciò che ho provato in quel momento nasce l’idea di La genesi della farfalla“.
Queste le parole dell’autore Federico Cammarota, giovanissimo scrittore e archeologo triestino. Associazione Ambrosia lo ha incontrato in occasione dell’esordio del suo primo romanzo. “La genesi della farfalla“. Leggete l’intervista per saperne di più!
Chi è Gianfranco Fusco?
“Il protagonista è un archeologo, un personaggio statico, che vive la sua quotidianità in una Trieste del 1938. Vive la città totalmente, con sentimenti quasi viscerali, che lo portano a sentirsi spesso inadeguato. Non lavora, ha sempre le stesse abitudini, passa la maggior parte delle sue giornate a leggere e a scrivere, rappresentando quello che potrebbe essere considerato un perfetto inetto triestino. Ad un certo punto però un evento sconvolgente lo porta a effettuare delle indagini, che lo condurranno verso scoperta di un mistero legato alla sua persona, alla sua famiglia, ma anche a tutto resto dell’umanità”.
Cosa volevi dire con questo romanzo?
“Con questo libro mi piaceva l’idea di rappresentare in modo verosimile la vita di un triestino, ma anche di un archeologo, per quanto l’epoca che descrivo sia ben lontana da quella in cui vivo. In parte ho effettuato ricerche d’archivio e in parte ho fatto tesoro delle testimonianze di mia nonna, proprio per cercare di ricreare un po’ l’atmosfera di quegli anni, gli anni della seconda guerra mondiale, per quanto indubbiamente nel romanzo ci siano delle contaminazioni derivanti dal mio vivere nella contemporaneità. Per certi versi il protagonista ragiona più come ragionerei io, piuttosto che come un uomo del 1938. Tuttavia spero di essere riuscito almeno un po’ a richiamare quelle atmosfere”.
Si tratta di un romanzo storico?
“Non propriamente. Diciamo che è un romanzo che strizza l’occhio al realismo storico, ma che si rifà anche tanto al mondo della fantascienza, del fantasy e della cultura pop contemporanea. Ho voluto inserire all’interno di un contesto che può sembrare realista degli elementi magici, con il desiderio di portare le atmosfere di queste branche del cinema e della letteratura anche nei luoghi legati alla mia infanzia e alla mia vita”.
Perché proprio Trieste?
“Trieste è la mia città natale, ho sempre vissuto qui, se non per tre anni in cui mi sono trasferito a Roma per studiare archeologia e lavorare. Amo la mia città, anche se talvolta ho avuto quasi un effetto claustrofobico nel viverci, sarà perché la mia generazione è abituata a spostarsi molto. Volevo con questo romanzo parlare dei luoghi a me più cari, cercando di tornare indietro nel tempo a quand’erano ben diversi da ora”.
Sogni nel cassetto?
“Mi piacerebbe poter migliorare come scrittore. Ho molto da imparare e l’ho scoperto proprio mettendomi alla prova con questo romanzo da esordiente. Spero di poter toccare le corde del cuore di qualcuno e di riuscire a trovare il favore dei lettori”.
Il volume è disponibile su Amazon (in formato kindle o con copertina flessibile) cliccando a questo link.
(Intervista con l’Autore)
Federico Cammarota è nato e cresciuto a Trieste e si è laureato all’Università della sua città natale in “Discipline letterarie, archeologiche e storico-artistiche”. Attualmente è iscritto al corso di laurea magistrale in “Quaternario, preistoria e archeologia” all’Università di Ferrara. Abile divulgatore, gestisce i social di una grandissima avventura: Around the World in 80 Digs, suo progetto legato alla promozione delle campagne di scavo in Italia e all’estero, e il Gruppo StoriaVera, community molto seguita di tematiche storico-archeologiche.
Federico tantissimi auguri per il tuo primo libro. Intervista all’altezza della tua preparazione. Molto bello il riferimento a tuo nonno e tua nonna.