Una Storia Vera di Luciano Samosata

una storia vera

Scritto da Martina

Pubblicato il 23 Ottobre 2020

Se il viaggio è il fil rouge che accompagnerà tutta la nostra rubrica, oggi voglio parlarvi di un romanzo che mi colpì come un fulmine a ciel sereno. Il testo in questione è “Una Storia Vera” di Luciano di Samosata, un breve romanzo contenuto nella raccolta “Racconti Fantastici”.

Perché oggi voglio parlarvi di questo testo?  Perché racconta un viaggio fantastico, considerato il primo romanzo di fantascienza della storia.

Lo storiografo greco enuncia a gran voce già dalle prime righe che tutto ciò che ha scritto nell’opera è, e vuole essere, una creazione della fantasia. Probabilmente, questo romanzo è frutto della storiografia a lui contemporanea, che nel II secolo d.C. tendeva a infarcire le opere di avvenimenti fantastici e magici. 

La narrazione procede in maniera lineare secondo i canoni del romanzo greco, tuttavia è meraviglioso notare come, anche se in maniera ancora acerba, l’idea di fantastico non fosse così lontana da quelli che saranno i racconti fantascientifici di viaggi dell’epoca a noi contemporanea

Una storia vera: un viaggio fantascientifico di duemila anni fa

Il romanzo è composto da 2 libri in cui l’autore è anche protagonista, e racconta di come, mosso da un’enorme sete di sapere, si spinge con il suo equipaggio oltre le colonne d’ercole per arrivare ai confini del mondo allora conosciutoDopo essere approdato ad un isola, riparte e trovandosi nel mezzo di un tifone arriverà fino alla luna. In particolare, nel ripartire da un’isola sulla quale era approdato, si trova nel mezzo di una terribile tempesta, al termine della quale arriverà… sulla luna!

L’autore si sofferma a lungo nel narrare le caratteristiche del corpo celeste e descrive nei minimi particolari i suoi abitanti. Sarebbe sciocco pensare che lo scrittore non abbia preso in considerazione voci e racconti del suo tempo, così vi riporto questo breve passo che a me ha fatto viaggiare con la fantasia:

 « Hanno la pancia che funge da borsa da viaggio e, siccome si può aprire e chiudere a piacere, ci ripongono tutto quello di cui hanno bisogno; all’interno non ci sono in vista gli intestini; è invece foderata di un pellame bello fitto e così i bambini piccoli, quando hanno freddo, ci si infilano dentro».

Potrebbe essere dunque questa una testimonianza dell’approdo di popolazioni europee in Australia prima della scoperta, avvenuta nel XVII secolo? 

Per quanto ne sappiamo, questo romanzo è frutto della fantasia dell’Autore, sebbene spinga a molte domande che stuzzicano la curiosità di noi moderni. L’inventiva e la grande creatività dimostrata da Luciano di Samosata, insolita per il tempo, dimostrano che l’idea di fantastico non fosse così lontana da quelli che saranno i racconti fantascientifici di viaggi dell’epoca a noi contemporanea.

Piero Palazzesi, scrittore e archeologo

 

 

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